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Momento di incontro

La Pro Recco dal Papa, Felugo: “Una giornata storica”

Nel 1957 i biancocelesti che si preparavano al primo grande ciclo di vittorie incontrarono Pio XII, Papa Pacelli

Pro Recco dal Papa Credit: Vatican Media

Per la seconda volta nella sua storia la Pro Recco è stata ricevuta in udienza privata da un Pontefice.
Nel 1957 i biancocelesti che si preparavano al primo grande ciclo di vittorie incontrarono Pio XII, Papa Pacelli, in occasione di una trasferta di campionato. Oggi, di ritorno dal girone di Champions League a Ostia, il club ha incontrato Papa Francesco nel Palazzo Apostolico.

Un momento di grande emozione per la delegazione guidata dal presidente Maurizio Felugo e dalla leggenda Eraldo Pizzo, che in Vaticano c’era anche 64 anni fa.

La Pro Recco ha portato in dono a Papa Francesco il gagliardetto firmato da tutta la squadra e il libro “Caimani come me – il mito Pro Recco”, scritto a quattro mani da Pizzo e Claudio Mangini; il “Chalo” Echenique gli ha regalato la calottina numero 8 della nazionale argentina.

Papa Francesco ha salutato i giocatori uno ad uno e impartito la benedizione: “Il vostro sport, la pallanuoto, non è facile, ma è interessante, ci vuole una disciplina per andare avanti – ha detto il Pontefice -. Quando parlo con la gente di sport ricordo due cose. La prima è ‘lavoro in squadra’; la sconfitta più grande di uno sportivo è giocare da solo, come diciamo noi in Argentina: “morfarse la pelota”, quando il pallone è solo per me. Significa “mangiare il pallone”. Questo non va. Questo distrugge. Sempre in équipe. E la seconda cosa: non perdere mai la dimensione amatoriale che è quella della “mistica dello sport”. Quel pezzettino di amateur che ci deve sempre essere: non perderlo perché da lì viene la mistica. Grazie della visita!”.

“Una giornata storica che custodiremo per sempre con noi, ringraziamo il Santo Padre per le parole profonde e l’affetto con cui ci ha ricevuto – ha affermato Felugo al termine dell’udienza – In un periodo così difficile la sua figura è un faro che illumina il nostro percorso, che è fatto di gioia, passione ma anche di sacrificio. La sua testimonianza rafforzerà ancora di più quei valori sociali che accompagnano il nostro impegno, sportivo e umano, nella vita di tutti i giorni”.

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