Due giorni gialli e week end arancione: il vademecum - LevanteNews
LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
Cosa si può fare

Due giorni gialli e week end arancione: il vademecum

Polizia autostradale in azione.

Concluse le festività contraddistinte da giorni rossi e giorni arancioni, cambiano i colori e i criteri. Dapprima, per le giornate di oggi e domani e poi per quelle sabato e domenica, ci sarà ancora uniformità su tutto il territorio nazionale, quindi, dall’11 ogni regione assumerà la sua colorazione in base ai dati che emergeranno dal monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute.

Oggi e domani: giornate gialle
Il 7 e l’8 gennaio saranno gialli, quindi spostamenti liberi ma all’interno della propria regione, sia pure con mascherina obbligatoria e distanziamento. Saranno aperti i bar e i ristoranti fino alle 18. Dopo quell’orario si potranno solo acquistare cibo e bevande da asporto — con il divieto di consumarli nelle adiacenze del locale — oppure chiedere la consegna a domicilio. Sono aperti anche i negozi e i centri commerciali. Gli spostamenti saranno liberi fino alle 22.

Sabato e domenica: giornate arancioni
Il 9 e 10 gennaio tutta Italia sarà in fascia arancione. Vuol dire che gli spostamenti sono permessi dalle 5 alle 22 (con autocertificazione) ma è vietato uscire dal proprio comune. I bar e ristoranti sono chiusi tutto il giorno, aperti invece i negozi, i parrucchieri e i centri estetici.

La deroga per fare visita ad amici e parenti
Dal 7 al 15 gennaio è consentito lo spostamento verso una sola abitazione privata, all’interno del proprio comune di residenza, una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le 5 e le 22, e nei limiti di due persone, “ulteriori rispetto a quelle già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale” e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi.

I piccoli comuni
Restano consentiti gli spostamenti dai comuni «con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini». La deroga non consente però di raggiungere i capoluoghi di provincia.

Più informazioni